Negri ed ebrei... dove saremmo senza di loro? - (1 luglio 2012) |
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Ecologia |
Scritto da Ferdinando Boero |
Domenica 01 Luglio 2012 09:40 |
Confesso che, pur essendo di Genova, la città che ha inventato il calcio in Italia, a me del calcio non importa granché. Di solito mi annoio. Ovviamente sono contento se vincono Genoa e Sampdoria (credo di essere l’unico a godere delle vittorie di entrambe le squadre) e sono contentissimo se vince il Lecce. Ma giusto perché sono le squadre delle città che amo di più. Però ho guardato Italia Germania, l’altra sera, e ho visto giocare un tale di nome Balotelli. Un tipo bislacco, di cui avevo letto le imprese nei titoli di qualche giornale. Però, più che le sue imprese calcistiche, o le sue avventure amorose, mi avevano incuriosito gli appellativi che gli erano stati rivolti da qualche deficiente che l’aveva chiamato negro ed ebreo. Non usa più dire negro. Un tempo usava: una famosa canzone di Fausto Leali diceva: “Sono un povero negro, e un favore ti chiedo”. Ma ora è un dispregiativo. Balotelli è nero. E allora perché gioca nella nostra nazionale? Ma è ovvio, è stato adottato. E i suoi genitori sono ebrei. Un bel mix. Negro e ebreo. I fini filosofi delle tifoserie usano spesso questi appellativi per apostrofare persone di cui non nutrono una buona opinione. Spesso davanti ci mettono anche “sporco”. Beh, con la Germania quello sporco negro per di più ebreo ha fatto godere milioni di italiani che lo hanno adottato, amato, osannato, elogiato, ammirato. Confesso che la partita mi è piaciuta e quando, al secondo gol, il negro si è tolta la maglia ed è rimasto lì come una statua... facendo vedere quanto è nero, mi ha fatto un gran piacere. Pensavo ai razzisti. Mi veniva in mente Jesse Owens, un altro sporco negro, che andò alle olimpiadi di Berlino, nel 1936. Vinse quattro medaglie d’oro, di fronte a Hitler. Un altro tipetto che non vedeva di buon occhio la gente con pigmenti scuri nella pelle.
Come si fa presto a passare da vittime ad aguzzini, come si fa presto a dimenticare la propria storia e a fare agli altri quello che non ci è piaciuto abbiano fatto ai nostri antenati, emigranti. E quindi viva Balotelli, viva i negri e viva gli ebrei. E dato che non siamo razzisti, viva anche gli imbecilli che pensano che queste siano brutte parole, sono convinto che anche loro, gli imbecilli, saranno saltati in piedi quando Balotelli ha trafitto la Germania due volte di seguito. Intanto, a Bruxelles, un altro Mario, molto compassato, giocava una partita ben più importante per il paese e per l’Europa. Ancora una volta contro la Germania. Il 28 giugno è una data da ricordare, grazie alle imprese di due Super Mario. Speriamo che il resto del paese riesca a stare alla loro altezza. Dubito che gli imbecilli cambieranno idea, la coerenza è una loro prerogativa. Ma forse quei due gol avranno scosso qualche certezza. |