Programma maggio 2022
Università Popolare “Aldo Vallone” Anno accademico 2021-2022 Programma di Maggio 2022 Mercoledì 4 maggio, ore 18:30, Sala Convegni dell’ex Monastero delle Clarisse: dott. Massimo Graziuso,... Leggi tutto...
Convocazione Assemblea dei Soci 22 aprile 2022
Convocazione Assemblea dei Soci   L’Assemblea dei Soci è convocata nella Sala Convegni dell’ex Monastero delle Clarisse venerdì 22 aprile alle ore 16,00 in prima convocazione e 17,00 in... Leggi tutto...
Programma Aprile 2022
Università Popolare “Aldo Vallone” Anno accademico 2021-2022 Programma di Aprile 2022 ●       Venerdì 1 aprile, ore 17:00, Officine di Placetelling - L’Università del Salento... Leggi tutto...
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Inaugurazione Anno accademico 2021-2022
Venerdì 22 ottobre alle ore 18:00, nell’ex Convento delle Clarisse in piazza Galluccio, avrà luogo l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Popolare “Aldo Vallone”:... Leggi tutto...
A rivederci. In presenza, Forse anche a distanza. Ma sempre attivi. E comunque uniti.
Il nostro Anno Accademico è finito, come sempre, con l'arrivo dell'estate, anche se il contemporaneo "sbiancamento" della nostra Regione e la possibilità, finalmente, di organizzare incontri in... Leggi tutto...
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Dalla burocrazia a Vasco, l’opinionista si diverte PDF Stampa E-mail
Recensioni
Venerdì 04 Novembre 2016 13:18

[“Nuovo Quotidiano di Puglia” del 14 luglio 2016]

 

‘’La memoria a volte è come  un vecchio juke bok che aspettava solo la monetina per partire….Come è sennò, se capita di tornare a notte fonda e che a Radio Montecarlo night  passi per caso ‘’ In the air thonight’’ di Phil Collins, che io mi senta cambiare persino nel corpo? I miei abiti si fanno più leggeri, anche se è pieno inverno e sono intabarrato  in uno scomodo  pastrano, e mie vecchie scarpe scure diventano delle espadrillas chiare….’’. È un gioco di pieni e di vuoti quello della memoria e delle associazioni di idee che ricollegano momenti della vita lontanissimi, così come alcuni pensieri riflettono la nostra formazione culturale, soprattutto quando ci richiamano studi o conoscenze acquisite che stimolano le nostre capacità critiche.

In ‘’L’osceno del villaggio’’( Argomenti edizioni), Paolo Vincenti si diverte a compiere una sorta di viaggio tra le sue riflessioni sull’oggi, o memorie che raccontano un’ altra epoca , riferimenti eruditi e una sorta di ‘’ bestiario’’ in cui racchiude le umane finitezze capitate sotto il grafico del suo sguardo

In questo libro sono infatti raccolti 53 scritti, pubblicati da riviste salentine dal novembre 2014 al febbraio 2016, in cui l’ autore guarda il lato ‘’osceno’’  del villaggio globale,  una contemporaneità spesso sconfortante di cui però oggi è come se non si voglia veramente parlare. Ecco che sfilano scene di contemporaneità di cui troppo spesso si tace nel regno dell’ indifferenza  in cui siamo abituati a galleggiare , ma non manca l’ ironia o la denuncia con cui trattare differenti  storture quotidiane.

Dall’ Isis con la sua sanguinosa barbarie, che recluta nel mondo ragazzi senza storia e futuro, ai problemi italiani legati al fisico, alla burocrazia soffocante e all’ ignoranza dilagante, anche tra i politici: i temi sono talmente diversi che anche il tono cambia inevitabilmente rendendo la letteratura varia e fresca, anche se spesso foriera di rabbia.

Il degrado di una certa tivù, ad esempio, viene visto attraverso l’ evoluzione dei programmi per anime single: l’ autore fa un excursus ‘’ storico’’ dagli ingenui ’M’ ama non m’ ama’ (condotto Marco Pedolin ) o  Agenzia Matrimoniale’ Marta Flavi, alle surreali vicende amorose dei protagonisti di ’’Uomini e donne’’ .

Poi c’ è la generazione dei provini del ‘’Grande Fratello’’ legata indissolubilmente all’ apparenza e non alla sostanza, e la tv del dolore che ormai invade i palinsesti con le tragedie più ‘’succulente’’ del momento o quelle vecchie a cui aggiungere via via pagine raccapriccianti: l autore si pone come una voce che urla tutto quello che ormai non urliamo più perché siamo tutti un po’ abituati ad una contemporaneità che non ci piace, ma che tolleriamo.

In qualche modo poi l’autore sembra spesso rivolgersi a una generazione che, in generale, ha veramente contato poco, quella dei 40enni e poco più di oggi che si è vista precedere e seguire  da altre, maggiormente protagoniste e con maggiori spazi di manovra .

Evoca però le emozioni dei ragazzi degli anni Ottanta in un modo riconoscibile per tutti, quello cultural-televisivo-letterario-musicale. L’ effetto arriva anche solo ascoltando ‘’ Vita spericolata’’ di Vasco Rossi: “….mi sono passate dentro tante emozioni che, alla fine dell’ ascolto ero davvero fatto senza anfetamine. È un momento ancestrale, di armonia cosmica: l’adrenalina entra in circolo ed è come una pera di fantasia, un viaggio artificiale senza artificio, un fumarsi l’impossibile senza spino, uno sballo legale. Ah, i pensieri associativi… sono sensazioni forti”.


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