VENNE IL GUERCIO… |
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Poesia |
Scritto da Antonio Mele/Melanton |
Mercoledì 21 Settembre 2011 16:21 |
Erano le sette di un giorno di settembre del 2003. Non ricordo la data esatta. Invitato a Saxa Rubra, a Roma, nei Centri di produzione RAI, per un’intervista-conversazione su satira, umorismo e caricatura nel programma Uno Mattina, attendevo in un salottino di essere chiamato in trasmissione di lì a qualche minuto. Davo uno sguardo distratto alle pareti, piene di quadri e fotografie, quando mi ha incuriosito un foglio scritto a mano, in bella grafia, fissato con uno spillo su una tavoletta di sughero appesa poco lontano dalla porta d’ingresso. Il testo che segue – dimenticato e saltato fuori di recente dalle mie carte solitamente in disordine – l’ho appunto ricopiato in quella occasione. Era del tutto anonimo, senza alcuna firma o altri segni di riconoscimento. Né ho trovato qualcuno, nella circostanza, che potesse darmi ulteriori informazioni al riguardo. All’ignoto autore – che non dispero d’incontrare – va tutta la mia ammirazione e gratitudine, per il grande contenuto ironico del suo breve e intenso ‘poemetto’, che mi piace divulgare e condividere con i nostri Lettori. Roma, gennaio 2011 Antonio Mele ‘Melanton’
VENNE IL GUERCIO…
Venne il guercio e mi disse: “Guarda sempre lontano, se vuoi sperare”. Il monco prendeva le armi e le oliava per la sua battaglia, mentre lo storpio stringeva i bulloni della sua gamba di legno, e parlava con il muto della tattica migliore per vincere. Il sordo saltava come impazzito sentendo le trombe suonare. E sono partiti tutti, questo esercito grandioso di pazzi, di rifiuti, di straccioni, mentre il sole baciava i nostri corpi desiderosi d’avventura, e noi sputavamo sopra i giudizi comuni della gente. Ladri, plagiati, maniaci, leggete questo bando ed accorrete nelle nostre file: chi vi ha ridotto così piangerà nel vederci cambiati e pronti al riscatto. Noi li ringraziamo, perché mai, prima di arrivare a questo stato, avremmo avuto il coraggio di unirci. |