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Sabato 17 Settembre 2011 12:08 |
“IL GRANDE SOGNO” DI PARABITA, in “Città Magazine”, 20-26 luglio 2007 e poi in “Di Parabita e di Parabitani”, di Paolo Vincenti, Il Laboratorio Editore, 2008; C’E’ ANCHE UN PO’ DI PARABITA NEL SUONO DEL RINATO ORGANO DELLA CHIESA MATRICE DI CASARANO, in “L’Ora del Salento” 30 giugno 2007 e poi in Paolo Vincenti, “Di Parabita e di Parabitani”, Il Laboratorio Editore, 2008; LUIGI ROMANO DA MATINO, in “Presenza Taurisanese”, dicembre 2007; “SEGNI DEL TEMPO”, in “L’Ora del Salento”, 12 luglio 2008.
“IL GRANDE SOGNO” DI PARABITA
Edito dal Laboratorio, è stato recentemente pubblicato Il grande sogno. Dalla vecchia cappella al nuovo tempio di Daniele Greco (2007), nella Collana di studi e ricerche “La Meridiana”. Il libro, con Prefazione di Aldo D’Antico, fa luce su alcuni aspetti secondari, ma non per questo meno importanti, del culto della Madonna della Coltura di Parabita. Per l’esattezza, Daniele Greco, attraverso una analisi condotta nell’Archivio della Basilica Maria SS. della Coltura, nell’Archivio Storico del Comune e nell’Archivio Storico Parabitano, non trascurando le precedenti pubblicazioni che sono state fatte sull’argomento, come dimostra la “Bibliografia delle fonti consultate”, ricostruisce un periodo storico determinante per le sorti della devozione mariana a Parabita e forse per le sorti della stessa comunità parabitana che, ab antiquo, si stringe intorno alla propria venerata Patrona, in una osmosi raramente riscontrabile in altre micro-realtà municipali del nostro Salento. “Il grande sogno” del titolo è quello del popolo parabitano dell’inizio del secolo scorso, che anelava dare alla propria amata protettrice un tempio più degno della maestà della Beata Vergine, patrona degli agricoltori, e più grande per contenere lo smisurato amore che i fedeli nutrono nei confronti della “Tutta Santa”. Il libro ripercorre le tappe del lungo e faticoso iter burocratico avviato dal Comitato Promotore per la costruzione di quello che oggi è il “Santuario Basilica della Madonna della Coltura”, che noi ammiriamo in tutta la sua bellezza architettonica (grazie alla genialità ed alla lungimiranza di quel mago dell’architettura che fu Napoleone Pagliarulo), scultorea (grazie a quei piccoli capolavori di arte sacra opera degli artisti Tomagnini, Giovaruscio, Ambrosini, Marino, Sodo, Antelmi, ecc.) e pittorica (grazie alla ispirata bravura del barese Mario Prayer). Il libro, con un procedere quasi giornalistico (che rivela la prima formazione del suo autore, da quasi vent’anni reporter scrupoloso ed attento di fatti parabitani e non solo per La Gazzetta del Mezzogiorno), documenta tutte le tappe che, dal lontano 1864, attraverso la costituzione di un primo comitato per il restauro delle vecchia chiesetta, portarono, con la costituzione di un nuovo e più agguerrito comitato, alla convinzione della assoluta necessità di abbattere la vecchia chiesa e costruirne una nuova; quindi, alla battaglia legale avviata dal comitato stesso con tutte le istituzioni preposte, per ottenere il nulla osta all’ardimentosa impresa e, dopo l’abbattimento della vecchia ed angusta chiesetta e l’inizio dei lavori del nuovo edificio sacro, con la posa della prima pietra da parte del Vescovo Giannattasio nel 1913, finalmente l’inaugurazione del nuovo Santuario, il 21 dicembre 1922, e il coronamento del “Grande Sogno”. Non mancarono momenti di difficoltà ed anche di aspra tensione sociale, tutti riportati dal Greco, soprattutto in un periodo, quello a cavallo fra le due guerre, molto intenso per Parabita e per tutto il Salento. La ricerca storiografica si arricchisce di un nuovo tassello che va ad aggiungersi a quel grande puzzle che sono gli studi sulla Madonna della Coltura. Dopo le prime ricerche condotte da quel pioniere che fu il gesuita Padre Govanni Barrella, Professore di Patrologia e Archeologia Cristiana nella Facoltà Teologica Pugliese, il quale, già nel 1913, a cantiere ancora aperto, pubblicò La Madonna di Parabita e l’arte basiliana in Terra D’Otranto, per poi riprendere gli studi nei primi anni Cinquanta pubblicando, tra gli altri contributi, La scoperta del monolito ed il nuovo tempio, sulla neonata rivista “La Voce della Coltura” (luglio 1952), e del quale Padre Barrella Daniele Greco riporta nel libro anche una relazione sconosciuta ed inedita; dopo gli studi di un altro esperto filologo, Padre Mauro Cassoni e, ancora, nei primi anni Ottanta, di Aldo de Bernart, soprattutto con la sua monografia su Parabita, in Paesi e figure del Vecchio Salento (Congedo editore 1980); dopo questi studi, appunto, e dopo un periodo di parziale oblio, negli anni Novanta vi è stata un vigorosa ripresa delle ricerche, con la pubblicazione, nel 1992, di Note e documenti sul culto della Madonna della Coltura di Ortensio Seclì (edito dal Laboratorio), con alcune pubblicazioni ad opera dei Padri Domenicani del Santuario-Basilica (come La Madonna dell’Agricoltura di Padre Renato D’Andrea, del 1996), dello stesso de Bernart e, soprattutto, con la costituzione, nel 2001, del Centro Studi “La Cutura”, che ogni anno, in occasione della festa, pubblica, in maggio, edito dal Comitato Festa Patronale, un libro, nel quale, insieme a Mario Cala, Aldo D’Antico, Ortensio Seclì, Aldo de Bernart, i “mostri sacri” della storiografia parabitana, scrive anche il più giovane Daniele Greco, autore del libro che qui si presenta. In questo fortunato filone di studi, che sembra non esaurirsi mai (“Ancora tanto resta da fare”, afferma Aldo D’Antico nella Prefazione), si inserisce il pregevole contributo di Daniele Greco, il quale, non per la prima volta, si misura con un argomento così importante per tutti i parabitani che, come lui, si affidano alla protezione della Madonna della Coltura, a Matonna noscia, come viene familiarmente denominata dagli abitati di quella che fu l’antica antica Bavota. Il volume è molto prezioso anche per i disegni dei vari progetti del Santuario, per le foto dei protagonisti della vicenda e per la riproduzione dei documenti dell’epoca che vengono riportati. Alla fine del libro, l’autore propone una pratica “Cronologia” degli eventi, che aiuta ad avere una veloce visione d’insieme dei fatti narrati. E la narrazione si svolge in una forma piana e scorrevole nel libro in parola, che si occupa di un avvenimento storico come se si trattasse di un romanzo, la cui trama si dipana lungo le pagine del libro, catturando la nostra attenzione e tenendoci quasi col fiato sospeso fino alla fine. Un romanzo, appunto, il più affascinante dei romanzi, che è quello scritto con il sacrificio, con la forza di una fede e la dedizione dei nostri antenati.
C’E’ ANCHE UN PO’ DI PARABITA NEL SUONO DEL RINATO ORGANO DELLA CHIESA MATRICE DI CASARANO
In occasione del restauro dell’Organo della Chiesa Matrice di Casarano, è stato pubblicato, dalla Edit Santoro, L’Organo di Maria SS. Annunziata in Casarano. Storia e restauro (2007. ) In maggio, infatti, sono stati presentati i lavori di restauro eseguiti sul settecentesco organo della città di San Giovanni e del Crocefisso a tutti i fedeli casaranesi che, alla presenza delle autorità civili e religiose, hanno potuto nuovamente godere del suono del rinato strumento musicale. Il libro vuol testimoniare questo momento così importante, non solo per la comunità di Casarano, che si stringe intorno alla propria Chiesa Matrice ed al parroco, Don Agostino Bove, ma anche per gli studiosi e gli appassionati di tutto il Salento e non solo, perché un pezzo significativo della storia sacra e musicale della nostra terra viene restituito al suo splendore dopo lungo tempo. Nel libro, affidato alle cure di Elsa Martinelli, non solo esperta musicologa, ma anche casaranese di origine, dopo le “Presentazioni” del Parrocco Don Agostino Bove, principale promotore dell’avvenuto intervento, del Presidente della Provincia di Lecce, Giovanni Pellegrino, e del Consigliere provinciale Claudio Casciaro, troviamo un saggio di Riccardo Lorenzini, artefice del restauro dell’Organo, che documenta le varie fasi di svolgimento dei lavori su questo strumento musicale di autore anonimo ma probabilmente attribuibile alla scuola del Khyrcher. Dopo averne tracciato un breve profilo storico, l’autore fa una descrizione analitica della macchina, davvero molto minuziosa, e poi del progetto di restauro e dell’intervento. Abbiamo però scritto, nel titolo, che c’è anche la complicità della tecnica e della maestria parabitane nel suono del rinnovato strumento musicale casaranese. Infatti, se il restauro dello strumento si deve al Lorenzini, esperto del recupero di organi storici , di Montemurlo (Potenza), il restauro della Cassa e della Cantoria si deve alle mani esperte di Gaetano Martignano di Parabita, esponente di quella classe di ottimi artigiani-artisti per cui la cittadina è storicamente nota in tutta la provincia di Lecce. Il tutto, poi, si deve al contributo finanziario della Parrocchia e della Provincia. All’Inaugurazione, presso la Chiesa “Maria SS. Annunziata” in Casarano del 1 maggio, sono intervenuti: il Presidente della Provincia, Sen. Pellegrino, il Consigliere di maggioranza, Dott. Casciaro, il Sindaco di Casarano, Remigio Venuti e la prof.ssa Martinelli. Dopo la Benedizione di Don Santino Bove, dell’Ufficio Diocesano dei Beni Culturali Nardò-Gallipoli, presente in rappresentanza del Vescovo Caliandro, trattenuto da altri impegni diocesani, si è esibita l’organista Katia Torsello, che ha eseguito brani da Baldassarre Galuppi, Domenico Zipoli e Louis Claude D’Aquin. Il libro propone anche le tabelle e i saggi di misure, un capitolo, questo, che può sembrare certamente ostico ai non addetti ai lavori. Ma basta scorrere le pagine ed ecco che lo strumento protagonista del libro parla di nuovo a tutti, studiosi e semplici cultori, con il suo fascino antico e nuovo. Pregevole la testimonianza fotografica del restauro: bellissime foto ritraggono la tastiera, la pedaliera, gli sportelli, le canne e le varie parti dell’organo, prima e dopo l’intervento. Il cuore si riempie di gioia nel constatare la magnifica nuova luce di cui risplende l’organo e così si legge tutto d’un fiato anche il saggio successivo, ad opera della prof.ssa Elsa Martinelli. La Martinelli, docente del Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce e membro della “Società di Storia Patria per la Puglia -Sezione di Lecce”, è autrice di numerosi contributi di musicologia ed organologia salentina e pugliese, in volume e su riviste e miscellanee. Ricordiamo, in particolar modo, oltre ad alcuni interventi sull’antico organo Olgiati-Mauro della Chiesa di San Nicola in Salve, apparsi su Annu Novu Salve Vecchiu, rivista di storia e cultura salvese, Gli antichi organi di Terra D’Otranto.Il patrimonio organario delle Archidiocesi di Lecce ed Otranto (Ed. Città e Servizi, 1992), Topoi e varianti decorative nel patrimonio organario, in “Il Barocco a Lecce e nel Salento” a cura di Antonio Cassiano (Ed. De Luca, 1995), Armonie e luminosità nella chiesa di S.Francesco in Lequile, con Luigi De Santis (Edit Santoro, 2001), ecc. . Nel saggio “L’organo dell’Annunziata in Casarano e i suoi artefici. Per un regesto-bibliografia sui maestri Khyrcher”, l’autrice, riallacciandosi al saggio precedente di Riccardo Lorenzini, traccia un accurato profilo della dinastia Khyrcher, maestri organari del Settecento, dalle cui botteghe sono usciti molti strumenti presenti nelle chiese salentine. A questo punto, dopo aver letto le belle parole dei patrocinanti, degli esecutori e degli autori del libro, non resta che andare a verificare di persona la buona riuscita dell’intervento.
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