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La scomparsa di Giovanni Papuli PDF Stampa E-mail
Sallentina
Martedì 30 Ottobre 2012 14:08

["Nuovo Quotidiano di Puglia" del 29 ottobre 2012]

 

Dopo lunghi anni di silenzio, la voce del Prof. Papuli era tornata a farsi sentire il 9 gennaio 2012, in occasione della scomparsa di Andrzej Nowicki. Il commosso ricordo dell’amico e compagno di studi vaniniani rivelava in realtà fin dal sottotitolo, “Studi vaniniani: riflessioni e prospettive”, l’intenzione di ritornare ad occuparsi attivamente del filosofo, Giulio Cesare Vanini, a cui aveva dedicato la maggior parte delle sue ricerche e delle sue pubblicazioni (raccolte nel volume “Studi vaniniani”, edito da Congedo nel 2006) e che aveva imparato ad amare grazie al suo maestro, mai dimenticato, Antonio Corsano.

Un’intenzione che noi tutti, allievi e colleghi del Corso di Laurea in Filosofia dell’Università del Salento, avevamo salutato con estrema gioia e, per quanto possibile, incoraggiato. Perché non solo agli studi filosofici, non solo all’Ateneo salentino, ma alla sua città e alla sua terra natale Giovanni Papuli poteva ancora dare tanto, come studioso di levatura internazionale e come uomo generoso e infaticabile.

Laureato con lode in Filosofia presso l'Università degli Studi di Bari il 28 febbraio 1952, dal 1957 al 1974 aveva insegnato Storia e Filosofia al Liceo Palmieri di Lecce, per poi divenire, nel 1975, professore ordinario di Storia della filosofia presso l’Ateneo salentino, dove ha ricoperto i ruoli di Direttore dell'Istituto di Filosofia (dal 1973 al 1980), Direttore della Biblioteca di Filosofia, Pedagogia e Psicologia (dal 1974 al 1976), Presidente del Corso di Laurea in Filosofia (dal 1982 al 2001), Decano del Corso di Laurea in Filosofia (dal 1990) e Coordinatore del Dottorato di ricerca in Discipline storico-filosofiche (dal 1992).

Autore di fondamentali studi sull’aristotelismo veneto, che gli sono valsi la nomina di Membro della Consulta per lo studio della tradizione dell'aristotelismo veneto dell'Università di Padova, il suo nome è indissolubilmente legato a quello di Giulio Cesare Vanini.

Tra i massimi studiosi del pensiero, delle opere, della biografia e della fortuna del filosofo nato a Taurisano nel 1585 e bruciato per ateismo a Tolosa il 9 febbraio 1619, Giovanni Papuli è stato anche e soprattutto uno dei principali protagonisti del rinnovamento degli studi vaniniani.

Facendosi erede della lezione metodologica del suo antico maestro all’Università di Bari, Antonio Corsano, il quale ammoniva circa la necessità di riconsiderare quello di Vanini come un «problema storico», Papuli, attraverso le sue ricerche, ha contribuito in maniera determinante a collocare il filosofo salentino in rapporto con la cultura e con i problemi del suo tempo, restituendo un Vanini storico e non attualizzante.

È il Vanini come momento di passaggio e di transizione tra il tardo Rinascimento e il Libertinisme érudit, come recita il titolo di un memorabile Convegno Internazionale di Studi su Vanini che lo stesso Papuli organizzò all’Università di Lecce e nella città natale del filosofo tra il 24 e il 26 ottobre del 1985 e che segnò il culmine di quella che fu detta allora Vanini-Renaissance.

Vanini-Renaissance alla quale Papuli ha contribuito con quattordici studi scientifici dedicati al filosofo di Taurisano, che sono compresi in un arco temporale che va dal 1974 al 2012 e che testimoniano un percorso di ricerca volto a riscattare la figura e l’opera del Vanini dalle troppo frettolose condanne, ma anche a liberarle dalle spesso acritiche esaltazioni di maniera.

Un percorso recentemente diventato oggetto di una Tesi di Laurea, discussa nel luglio scorso e molto apprezzata dal “Professore”, dal titolo “Giovanni Papuli e il rinnovamento degli studi vaniniani”.

L’ennesimo, doveroso omaggio della “sua” Università. Quella Università che, nonostante la perifericità geografica, egli ha contribuito a rendere una realtà riconosciuta a livello internazionale.


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