«SE QUEL SOAVE STIL…». SANNAZARO IN TRACCIA DI DANTE |
![]() |
![]() |
![]() |
Critica dantesca |
Venerdì 10 Dicembre 2010 17:38 |
[Il saggio è nel volume Jacopo Sannazaro La cultura napoletana nell'Europa del Rinascimento, a c. di Pasquale Sabbatino, Olschki, Firenze, 2009, pp.119-147; anticipato in "Studi Rinascimentali", Fabrizio Sera Editore, Pisa-Roma, 6, 2008, pp. 57-76.]
Se si cerca una definizione unitaria sotto la quale inscrivere il rapporto del Sannazaro con l’opera dantesca, un rapporto non lineare ma attraversato da molte voci della tradizione lirica italiana fino alle composizioni in volgare del poeta napoletano e alla sua Arcadia, quella, pur larga e forse non del tutto definita o meglio adattabile, potrebbe essere «soave stile», in «soave» leggendo un tono di dolcezza e moderazione (e «dolcezza» e «soavità» sono, in Dante, spesso accostate) consono alla materia ‘umile’ della maggiore opera sannazariana. Un «soave stile» che, distillato nei laboratori della lirica stilnovistica e della Vita Nova dantesca, s’insapora di nuovi gusti per la decisiva filtratura petrarchesca: un insieme originale, nel quale ogni elemento tende a mantenere il suo primitivo carattere ma s’accorda armoniosamente agli altri in una miscela che pretende alla sua decisa individualità.
|