Sulla duna
Spande profumo di resina e pino
il crepitio del fuoco. Stanotte
non è tempo di resistere.
In basso la battigia non ha tregua,
dall'incavo della rupe rari uccelli
notturni svolazzano tra i pini,
e le stelle continuano a tacere.
Attizza il vento la fiamma
e nel rogo ogni cosa si confonde:
le onde sono alti lembi di fiamma,
rami di pino gli uccelli, le stelle
faville che si perdono nel buio.
Domani ricoprirà col piede
le ceneri il bagnante d'agosto.
Traccia non rimarrà della tua notte.
Sulla riva
Siamo come l'orma che cancella
l'onda che si ripete sulla rena.
***
Un verso sul bagnasciuga,
riverso -stavo per dire-,
lo sciacquio d’un’onda lo ravvolge
nella baia gallipolina.
***
La cicala non cessa di frinire alle tue spalle,
beve il carrubo la brezza marina.
Nessuno sa dove porti la nave
che passa puntuale all’orizzonte.
Sei sulla riva del mare
come sul limitare della vita.
Santa Maria al Bagno
Svegliarsi al mattino
sotto il cielo più terso dell'estate...!
Tra cielo e terra è l'orizzonte
spezzato dal volo dei gabbiani.
Al di là si bagnano ancora
cavalli sudati e popolani urlanti
giunti dalla campagna infuocata:
dall’alto li guarda la villa del padrone.
Dalla notte giungono pescatori
assonnati, stanchi,
sopra cilestri paranze
- aprono larghe scie bianche -
per vendere il pesce sul molo.
La luce del mattino spande
fino al mare -oltre il volo dei gabbiani-
uno strato di smalto rosa,
e dietro si nascondono le ombre.
Leuca
Chi si ricorderà di te,
bianca Leuca, quando,
invano aspettati, i pescatori
non torneranno sulle loro paranze
-aprivano lunghe scie bianche-
al tuo molo, e svanirà
tra un sordo frinir di cicale
dal terrazzo della villa antica
la matrona biancovestita
-come una vecchia fotografia-
all'ombra del suo ombrello?
***
Sul terrazzo è apparsa la dama biancovestita
all'ombra del suo ombrello.
Io non vedo che lei sull'azzurro
del mare, mentre passa in rassegna
le colonnine tornite della balaustra.
Poi, segni neri
-i neri gabbiani dei giorni di sole-
che volteggiano alti nel cielo. |