Il Vecchio e l’Ombra 3. La visita |
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Poesia |
Domenica 15 Marzo 2015 10:28 |
(andante scherzoso)
[Brogliaccio Salentino di “Presenza Taurisanese”, n. 8-9 / Agosto-Settembre 2014, p. 7]
Quattro donne intorno al cor gli son venute. Pensionate scolare settantenni a lui daccanto entrato ai novantuno. Reca cioccolatini, capitana di lor, la Pulli Pina, preside ieri dal ferrato pugno. Anna Rita di più parla che l'altre. Italia (evviva!) è colei che Matteo si noma. Ben due volte caduta in grave coma, il tunnel vide, ma non s'è inoltrata, poiché ignote parvenze o pur reali l'hanno santamente rinviata. Pina porta triste novella proprio di quella senza dubbio bella: Rosi, diciassettenne fresca che al giovin professor tese un'abil esca, in matta ormai cangiata, alla buona sorella sta affidata. Al vecchio il labbro trema ricordando a Vira originale tema. Lei ride: "Professore mio, allor dicesti ch'era uno schifìo. E, magari un po' distratto, m'affibbiasti un arcirosso quattro". Affettuose chiedono la firma al vecchio vecchio professore, or un tantin noto scrittore. Egli gentil la pone. Quando se ne vanno, stanco, emozionato, sul tardi nel sonno è sprofondato. "Peccato, -osserva Pina il giorno dopo- potevamo almen fare una foto". "Meglio, -risponde il vecchio- è stata una salvezza, per non vedermi ridotto una schifezza!"
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