La lanterna di Diogene 22. Per i migranti l’Europa non sia solo un approdo geografico |
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Prosa |
Lunedì 14 Settembre 2015 06:32 |
[“Il Galatino” anno XLVIII n. 14 dell’11 settembre 2015, p. 12]
È finito il periodo che noi chiamiamo “delle vacanze” e ognuno ritorna al proprio lavoro e alle proprie incombenze. Fare un consuntivo di quello che è avvenuto negli ultimi mesi non è semplice perché abbiamo avuto, come nell’antichità, nuove presenze in quella che noi chiamiamo realtà occidentale. Infatti gruppi di abitanti di paesi dei paesi asiatici e dell’Africa, per eludere le lotte politiche dei loro paesi, con inevitabili riflussi economici, hanno deciso di sbarcare in Grecia e in Italia che, di fatto, costituiscono per loro i primi approdi accessibili nell’area europea. Naturalmente, come avviene quando ci sono sommovimenti politici che ribaltano modelli e prospettano certezze di guerra e di fame, per il futuro, per sfuggire alle guerre ci si trasferisce in zone più tranquille, più garantite, con maggiore possibilità di lavoro. Le nazioni europee, come Italia e Grecia, hanno costituito il primo approdo non solo geografico ma culturale e politico. Questo inatteso travaso di persone in cerca di lavoro e di serenità, in quanto non programmato, hanno trovato impreparati gli altri paesi ma l’Europa istituzionale non deve rimane passiva così come le popolazioni non rimangono passive. Ci sono ancoraggi istituzionali talvolta creati appositamente, ma sempre fedeli ad uno dei primi valori che ogni democrazia deve difendere, cioè il diritto/dovere d’asilo. Democrazia è anche questo e non solo garantire al proprio popolo valori etici, politici e umani, ma anche dimostrare che l’umanità, al di là dei colori e dei linguaggi, è sempre una: quella che anche il mito cristiano rinvia ai primi uomini senza alcuna distinzione. |