G. B. Lezzi e la cultura del ‘700 a Napoli Roma e Firenze attraverso un epistolario inedito |
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Reprint |
Sabato 25 Giugno 2011 07:08 |
Non vi è dubbio che la vita di frate Giovambattista Lezzi si snodò prevalentemente fra Oria, Brindisi e Casarano dove morì il 3 luglio 1832 e dove era nato, nel 1754, da Domenico, umile contadino, e da Giuditta Mariano, sicché, di primo acchito, verrebbe da credere che egli consumò i suoi giorni in un’area geografica periferica e sonnacchiosa, quale potrebbe sembrare Terra d’Otranto sul finire del Settecento e sul farsi del secolo nuovo. Non fu così. Terra d’Otranto, proprio nella seconda metà del secolo dei lumi, si avviava ad assumere una connotazione culturale specifica – he forse tuttora le è propria - e a rompere l’isolamento geografico-culturale e provinciale fino all’avvento della dominazione asburgica prima (1707-1734) e di quella borbonico-illuminata poi, nel corso della quale si attivarono processi eversivi di mentalità e di privilegi, che culminarono nella politica delle riforme fiscali volute da Carlo III, nella soppressione il 1773 della Compagnia di Gesù e, infine, con l’età napoleonica, nell’eversione della feudalità e delle antiche magistrature. |