Federico Garcia Lorca, Origini e continuità dell’amor oscuro |
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Reprint |
Giovedì 30 Giugno 2011 16:29 |
Tutta la oscurità di notti senza luna nell’anima è addensata un fior di lamento. Nel calice d’acciaio essenze dei Mai Più, e i petali si tingono d’un’elusa realtà.
La bocca salda e rosa non sentirà il contatto delle mie labbra stanche di dare baci al vento. Né le mani assetate nel mio atto dorato Vi lasceran violette recise nella carne.
Sul roveto fiorito restò la mia agonia scorticata e ferita di Chopin e di piano, cominciata in un ritmo sessuale e sereno.
E lontano la dea della Malinconia Taglia il mio fiore amaro con la sua calda mano, imbiancandomi il capo con rose di memoria.
(Trad. di Oreste Macrì) |