Sallentina
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Mercoledì 01 Ottobre 2014 06:44 |

Non è facile descrivere un anno e mezzo di attività culturale svolta dalla Biblioteca Comunale di Gagliano del Capo senza che questo si trasformi in una mero elenco di date, autori e titoli, insomma in una fredda nomenclatura. Non è facile, ma lo diventa se si considera il fatto che dietro ad un Ente, ad una qualsiasi istituzione, ci sono uomini e donne con il loro portato di entusiasmo, senso del dovere, dedizione. Se si considera il fatto che nessun successo, alcun traguardo, è possibile senza che delle persone abbiano lavorato al loro raggiungimento. È il caso appunto della Biblioteca Comunale di Gagliano, intitolata a Vincenzo Ciardo (1894-1970), pittore e maggior gloria del paese, e della sua responsabile, dott.ssa Luigina Paradiso, alacre promoter culturale e autrice anche di un libro di storia locale “Don Ferdinando Coppola Parroco di Gagliano dal 1859 al 1918” edito da Congedo.
Il nostro resoconto di un anno e mezzo di attività della Biblioteca Comunale di Gagliano, inizia Il 2 marzo 2013, con la prima edizione della “Festa del Poeta” organizzata da Luigina Paradiso e dall’assessore alla Cultura Riccardo Monteduro. Presentati da Mauro Ciardo e Maria Maggio, i poeti: Antonella Sergi, Antonio Ceddia, Imma Melcarne, Francesco Moncullo, Luigi Cazzato, Mario Battagliero, Cesare Piscopo, Salvatore Sergi. Musiche al pianoforte del maestro Maria Fino.
Si prosegue poi con il progetto“Vivere narrando storie”, ideato e curato dalla dott.ssa Luigina Paradiso. Nell’ambito dei “Giovedì d’Autore”, vengono ospitati mensilmente degli autori salentini con i loro libri, presentati in un contesto di cura e raffinatezza da parte degli organizzatori, grande interesse e partecipazione da parte del pubblico. L’atmosfera che si respira durante questi incontri è quella di una calorosa convivialità, di un operare cultura partecipato, democratico diremmo, allargato, arricchente.
La prima presentazione è del 4 aprile 2013, con il libro “Immagina la gioia” di Vittoria Coppola, relatore il giornalista Mauro Ciardo.
Il 14 maggio 2013 è la volta di Maria Pia Romano con “La cura dell’attesa”, relatore il giornalista Mauro Longo. intermezzi musicali a cura della pianista Maria Fino e Letture a cura di Teresa Scappaviva.
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Sallentina
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Giovedì 24 Luglio 2014 21:02 |
[“Nuovo Quotidiano di Puglia” di giovedì 24 luglio 2014]
Non ho votato per l’attuale amministrazione della città di Lecce (non riesco a votare per qualcuno che sia in qualche modo accomunato a Silvio Berlusconi). Però il Sindaco Perrone ha iniziato un processo che, da solo, dà pieno significato alla sua gestione della città dove vivo e che amo. Lecce merita di proporsi come Capitale Europea della Cultura. Averle dato questa possibilità, e averci messo la faccia (anche sui manifesti) vale uno o due mandati da sindaco. Perché non è solo una questione di immagine. Arian Berg (anche la sua scelta è una mossa molto azzeccata) sa benissimo che le capitali europee della cultura devono avere “qualcosa” che ne dimostri l’identità, ma devono anche avere bisogno di “qualcosa” per poterla affermare in pieno. La mia altrettanto amata Genova, per esempio, fu Capitale Europea della Cultura perché ha il più grande centro storico d’Europa, ma anche perché c’era bisogno di riqualificarlo. Dopo il “trattamento” da Capitale, una parte del centro storico di Genova è diventata Patrimonio Unesco dell’Umanità. Lecce ha bisogno di cultura, perché ha molta cultura da offrire. La si respira camminando per la città, mangiando nei suoi ristoranti, parlando con la sua gente. Lecce è a un bivio, ha un’immagine molto forte, oramai di livello internazionale, assieme a tutto il suo territorio. Ora può scegliere se diventare attrattiva per masse di turisti mordi e fuggi, di vacanzieri in cerca di caciara (e abbiamo visto come la malavita stia allungando i tentacoli sulla movida), o se si può presentare come un gioiello di architettura e cultura, abbinate a un ambiente di qualità sia nell’entroterra sia sulla costa, da centellinare, gustare, scoprire ed esplorare, magari persino per passare qui una parte dell’anno, una parte della propria vita.
Diventare Capitale Europea della Cultura diventerebbe una forte attrattiva verso il modo “lento” di vivere la città. Aver candidato Lecce significa aver abbracciato questo modello, questa visione. Il sindaco ora è strattonato tra chi vuole i gazebo e le bancarelle plasticose della quantità, e chi vuole la qualità della vita lenta, quella che si va a piedi (direbbe Jannacci), come ho fatto notare agli architetti che disquisivano del recupero di Piazza Mazzini (e che dopo tre giorni hanno "scoperto" che bisogna andare a piedi). Quando Salvemini (padre) iniziò a chiudere al traffico il centro storico, tra le proteste di tutta la città, la sinistra al potere fece una scelta forte, di indirizzo. Ricordo quando le auto entravano da porta Rudiae e arrivavano in piazza Sant’Oronzo, per poi proseguire per via Trinchese, costringendo i pedoni a schiacciarsi contro i muri (cosa che ancora avviene se si vuole andare a vedere l’Arco di Prato). La destra strepitò, assecondando le lamentele dei commercianti più miopi. Ma poi, ritornata al potere, non tornò indietro e continuò l’opera di riqualificazione del centro storico, inglobando i valori della sinistra. Per me, l’idea di Lecce Capitale Europea della Cultura è un’idea di sinistra, e non me ne importa nulla se chi l’ha proposta ha una casacca di destra (tolgo il centro perché, essendo in entrambi gli schieramenti, i centri si elidono a vicenda). Non è una trovata pubblicitaria, il Sindaco ci crede davvero. E chiede a chi verrà dopo di lui di continuare a perseguire il suo disegno, qualunque sia lo schieramento vincente.
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Sallentina
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Lunedì 21 Luglio 2014 08:17 |
["Il Galatino" anno XLVII n. 13 dell'11 luglio 2014]
E’ arrivata l’estate, la lunga estate salentina. Torme di turisti hanno invaso la penisola, facendo scalo alla stazione di Lecce o all’areoporto di Brindisi, oppure avendo percorso la statale che scende da Bari fino a Lecce per diramarsi poi in direzione di Maglie-Otranto e di Gallipoli-Leuca. L’estate salentina è lunga sei mesi, da maggio ad ottobre, ma il potlatch si esaurisce in due, luglio e agosto, o ancora meno, tra la fine di luglio e ferragosto. Allora converrà partire e andare lontano, per sottrarsi all’invasione e al frastuono delle notti bianche, delle lunghe code in strada all’ingresso dei luoghi balneari, le spiagge affollate…
Gli amministratori locali, sindaci e assessori alla cultura in prima fila, si sono preparati da tempo all’accoglienza, gli assessori provinciali speriamo per l’ultima volta: sagre, feste padronali, fiere, concerti concertini e concertoni, degustazioni enogastronomiche e presentazioni di libri, meglio se associate, spettacoli d’ogni tipo riempiono le notti dei turisti e degli autoctoni: si celebra il culto della visibilità, la dea moderna del politico impegnato nell’antica arte del regalare panem et circenses.
Le luminarie oscurano le stelle e mentre la cicala frinisce a più non posso - e non sa che sta per scoppiare! - nascosta tra gli olivi, i fichi ed i carrubi, impazza l’evento, che stupisce e stordisce e instupidisce, lasciando i turisti sempre più stressati e gli autoctoni sempre più schizzati.
I trafficanti hanno provveduto per tempo i loro manutengoli e scagnozzi di abbondanti quantitativi di droga, perché non manchi nulla ai frequentatori notturni di spiagge trasformate in discoteche e fumoir all’aperto, nigth e bar e chioschi sempre troppo affollati. Le strade sono diventate pericolose perché tra tanta gente fatta, c’è sempre qualcuno strafatto che preme forte sull’acceleratore e fa un sorpasso azzardato; e dopo si piangono i morti.
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Sallentina
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Domenica 20 Luglio 2014 11:18 |
[“Nuovo Quotidiano di Puglia” di sabato 19 luglio 2014]
E’ da un po’ che ho rapporti con TAP. Si tratta di una grande impresa che porterà il gas nel nostro paese passando da un tratto di mare e, visto che mi occupo di mare e ho qualche competenza in materia, mi è stato chiesto di valutare il possibile impatto di quel tubo sull’ambiente marino. La prima cosa che ho detto ai dirigenti TAP è stata: lo studio ve lo facciamo, ma i risultati che verranno saranno esclusivamente scientifici, e se ci saranno cose che non vi piacciono… peccato. Affidare l’incarico di valutare un impatto non equivale a comprare chi deve effettuare la valutazione. Lo dico perché ho sentito insinuazioni al riguardo. Devo dire che i dirigenti TAP mi han detto: ma noi vogliamo sapere quale sia la vera situazione, e vogliamo mettere l’impianto dove gli impatti sono il più limitati possibile. Forse mi han preso in giro, ma per il momento non mi pare proprio.
Li ho anche sconsigliati di proporre mitigazioni, perché avrebbero dato l’impressione di voler comprare consenso su qualcosa che avrebbe avuto impatti che si vogliono nascondere. Ma ho avuto una risposta che bene o male mi è parsa convincente: se passo da casa tua, e faccio passare un tubo nel tuo giardino, anche se non distruggo niente, anche se alla fine non hai alcuno svantaggio, è buona educazione che io ti compensi per il disturbo arrecato. Giusto. Ma questa “buona educazione” viene letta in ben altro modo. Non so come siano andate le cose alla festa di luminarie sponsorizzata da TAP. So che in altre occasioni i rappresentanti di TAP non hanno potuto parlare perché un pugno di scalmanati copriva con urla i loro interventi.
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